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Quello che NON SAI dei PUSH UP

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Il push up, o piegamento sulle braccia, è uno tra gli esercizi che determinano la qualità base della capacità motoria di un individuo. In che senso?


Non essere in grado di eseguire neanche un push up, rappresenta una severa condizione di fragilità dell’intero sistema corporeo di una persona.

Se ci pensi bene, saper fare un piegamento sulle braccia è sinonimo di una cosa importantissima: la capacità di un individuo di rialzarsi da terra e magari, evitare di rompersi il naso nell’eventualità di una caduta.

E’ per questo che è cosi fondamentale saper fare un push up e, nel caso in cui fossi un trainer, saperlo insegnare correttamente.


Vediamo insieme 5 consigli preziosi che quasi nessuno conosce, essenziali per imparare correttamente un push up


1.Insegna un push up… senza fare il push up!


Come tutti i movimenti che non siamo in grado di eseguire, anche un piegamento sulle braccia è uno schema motorio composto da diverse fasi, strutturato grazie a numerose attivazioni muscolari ed eseguito attraverso più articolazioni. Che sia per te o per il tuo cliente, assicurati prima della buona stabilità e forza delle articolazioni del polso, gomito e del cingolo scapolo-omerale, garantendoti che ci sia un ritmo corretto e che la persona, o tu stesso, sia in grado di muovere liberamente e in sicurezza ogni singola articolazione in modo isolato, per poi unirle in una catena più complessa come il push up.

2.Controlla il centro della mano.


Facci caso: in moltissimi sbagliano su questo punto, portando la pressione di spinta all’esterno della mano. La logica dei punti di contatto è una condizione fondamentale e preziosa per l’attivazione neuro-muscolare durante l’esercizio. Avere tutta la mano a contatto con la superfice d’appoggio, garantisce la traiettoria corretta della fase di spinta e il pieno reclutamento dei muscoli coinvolti nel movimento.

3.Smetti di pensare che piegare la schiena faccia male.


Questa è una falsa credenza dello stesso infimo valore del ”non si deve superare la punta del piede con il ginocchio”. Non esistono movimenti sbagliati ma solo corpi impreparati. Dire (o pensare) che non tenere la schiena dritta faccia male, soprattutto nelle prime fasi dell’apprendimento, ha solo un esito: irrigidire la persona. Non siamo robot e il corpo è molto più intelligente di quanto pensiamo. Il suo problema è che è sotto scacco della nostra mente: se lei crede che qualcosa faccia male, il nostro corpo ne avrà paura e cercherà di evitare quella condizione, portandosi ad irrigidirsi. Tenere la schiena morbida quando si impara un push up, può essere un’ottima variante per aumentare la propriocezione del corpo in quel movimento per poi, in seguito, attivare la muscolatura addominale. La parola chiave è: consapevolezza.

4.Usa il negativo!


Un altro ottimo modo per condizionare un nuovo movimento oltre alle solite ripetizioni, è quello di eseguire l’esercizio aumentando il tempo sotto tensione svolgendo il movimento solo nella fase eccentrica. In questa fase, siamo in grado di tollerare circa il 130% del nostro sforzo massimale. In questo modo, faremo due cose importanti allo stesso tempo: il nostro cervello registrerà il movimento corretto, e prenderemo sempre più confidenza con lo sforzo muscolare per riuscire a gestirlo, in poco tempo, durante fase di risalita.

5.Allena il movimento non lineare.


Il push up è un ottimo esercizio, direi il principale, per sviluppare la capacità di spinta. Ma dove sta scritto che si possa spingere in un’unica direzione, ovvero quella classica? Certo, la spinta lineare è quella ideale per sviluppare forza, appunto, lineare. Ma lavorare su diverse dinamiche di spinta che rispettino la biomeccanica articolare del movimento, permette di sviluppare una struttura muscolare più completa, intelligente, adattabile e quindi forte e sicura.

 
 
 

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