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La Rubrica di Sweet: come accettare quello che non ci piace?

Antonio Dotoli
“Il Fato conduce chi lo accetta, trascina chi non lo vuole.” - Lucio Anneo Seneca

Oggi voglio parlarti dell’accettazione. Accettare un limite, per alcuni di noi, è sinonimo di umiliazione, di sconfitta. Siamo la società del “se vuoi, puoi”, “il cielo è il limite”, “nulla è impossibile”. Certo, scommettere su se stessi, fare un progetto di vita e cercare di seguirlo non porta con se nulla di sbagliato. Credo però che rincorrere ottusamente un traguardo irraggiungibile non sia il giusto approccio alla vita.

Spesso abbiamo un’idea a dir poco irrealistica dei nostri possibili obbiettivi. E spesso, questi traguardi non li scegliamo neanche noi: ce li dettano la nostra famiglia, il nostro ambiente o peggio ancora, quei grandi megafoni d’illusioni e aspettative che sono la televisione e i social media. Dobbiamo a tutti i costi arricchirci, apparire in grande forma, possedere oggetti di lusso.

Questi desideri si scontrano con i mezzi fisici ed intellettivi che la Natura ci ha donato, con la nostra situazione economica di partenza, e soprattutto con gli eventi esterni che per la maggior parte delle volte non dipendono da noi.

Con questo non voglio scoraggiarti ma darti un altro punto di vista. Facciamo un gioco. Prova ad immaginarti come un comandante di una nave che sta per salpare: per fare in modo che la tua spedizione vada a buon fine dovrai prima studiare a fondo il tipo di mezzo che dovrai condurre, scegliere bene il tuo equipaggio, cercare di prevedere le condizioni meteorologiche. Ma questo non basta. Se vuoi essere un buon comandante, devi anche e soprattutto saperti adattare alle situazioni che mano a mano si presenteranno, accettandole per poi trarne il meglio. Il Fato potrebbe sorprenderti con un imprevisto: un danno alla nave, un ammutinamento di alcuni membri dell’equipaggio, una tempesta. Tutte cose che non si possono prevedere ma che possono succedere.

Cosa dovresti fare allora? Rimuginare su ciò che è avvenuto oppure accettare la situazione che ti si è presentata, traendone il meglio?

Noi esseri umani siamo fatti così. Vogliamo calcolare tutto nei minimi dettagli, perché abbiamo paura. Abbiamo paura degli imprevisti, abbiamo paura di ciò che non possiamo controllare. Ma pensaci bene: non è proprio nelle situazioni in cui non avevamo il pieno controllo che siamo cresciuti, scoprendo in noi nuove e fondamentali risorse nascoste?

La nostra vita è un libro di cui non siamo gli unici autori. Accettiamo anche i capitoli che ci piacciono meno e continuiamo a scrivere e a leggere la nostra storia.


Buona vita :)

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