Splendida giornata di sole del 9 febbraio. Io e Alessandro non perdiamo occasione e ci troviamo per un allenamento nel parco di City Life a Milano, uno dei nostri preferiti per muoverci all’aperto.
Non è la prima volta che capita quello che sto per raccontare ed è qualcosa di così puro che devo cercare di non contaminarlo troppo con il mio pensiero.
Siamo soliti all’ingresso principale del parco ai lati della vasca d’acqua artificiale. E’ davvero un regalo come giornata e non siamo gli unici ad approfittare dei quindici gradi a febbraio dopo settimane di pioggia, freddo, umidità e zone rosse.
Di fronte a noi passeggiano mamme, coppie, adolescenti che si fotografano dando le spalle alle tre torri e orde di bambini presi a giocare e correre come pazzi.
Di fianco a noi, insieme ai nonni c’è seduto un bimbo che fissa Ale che nel frattempo si cimenta nei suoi set di verticale. Gli occhi di stupore con cui il bimbo fissava Ale a testa in giù è davvero un’apertura di cuore.
Wow, è sempre bello vedere l’importanza di dare un bell’esempio e cercare di essere di ispirazione ai più piccoli nella speranza che il movimento prenda sempre più piede.
Questa volta però scelgo di andare oltre.
Decido di non guardare il bimbo in maniera scontata con gli occhi inteneriti da una scena abbastanza prevedibile, ma cerco di osservarlo e di cogliere qualcosa che ci sfugge ogni giorno con estrema facilità.
E’ evidente che quel bambino non abbia mai visto una cosa del genere, come tanti altri passanti che alle volte rimangono stupiti dai nostri movimenti d’altronde, ma nel bambino è palese che non ci siano ricordi di questo tipo, né aspettative, né ambizioni. Nulla che somigli a un “non posso farlo” o “non sono capace” che generalmente caratterizzano i commenti dei passanti.
Ha negli occhi solo un impulso di pura ispirazione.
Quanto abbiamo perso quello sguardo di meraviglia? In quegli occhioni castani con la bocca socchiusa e le guance paffute c’era tutto quello che dovremmo tenere a mente ogni singolo giorno della nostra vita.
Non sto parlando di un sentimento di ispirazione per ambire a imparare la verticale ma qualcosa di più semplice e allo stesso tempo molto più grande, perché anche l’ammirazione può riflettersi facilmente in un’ambizione delusa che può infine generare un sentimento di rammarico.
Quello sguardo mi ha insegnato davvero tanto: l’importanza di rimanere curiosi e di lasciarsi stupire dagli eventi. Mi ha ricordato l’importanza che la bellezza si fa breccia nel nostro cuore solo quando impariamo l’arte di lasciarlo leggero dai nostri pregiudizi, dai nostri preconcetti, dai nostri limiti.
Il bambino non ha in sé ancora il concetto di ambizione, non si aspetta nulla da sé stesso. Lascia semplicemente che quello che vive gli trasmetta una vibrazione positiva e tutto questo in modo assolutamente inconsapevole.
Proprio qui ho capito.
Ti ricordi tutta la fretta che avevamo di crescere? Forse proprio per avere quella coscienza che da piccoli ci mancava. Quella libertà di espressione che da bambini era costantemente sotto il controllo autoritario di un adulto.
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